lunedì 8 dicembre 2008

Food, food, food!

Cibo, cibo, cibo...

La cosa che ci rende italiani davvero è il cibo, quella ci fa popolo è la pasta, il nostro vero inno nazionale la vecchia pubblicità della Barilla suonata su diamoniche incrostate di saliva nell'ora di musica alle scuole medie.

Cibo: domeniche di risotti, bolliti, lasagne, paste chine e parmigiane, da Nord a Sud uniti nelle pantagrueliche abbuffate familiari, con dolce e caffè e ammazzacaffè.
Il titolo del topic non è un caso, ed il cibo al momento mi sembra una delle poche cose di cui poter esser fieri.
Londra è piena di ristoranti italiani e la pasta ormai è un prodotto internazionale.
La mia flatmate Vicky from York mi conferma che la sua famiglia abitualmente mangia pasta e lei stessa da quando siamo qui l'ha preparata più volte di me.

La diffussione del cibo italiano rende a noi emigranti la vita alimentare un po' meno triste: i grandi supermercati ed i piccoli shop di Londra hanno sempre una qualche marca italiana di pasta, in genere De Cecco o Agnesi, tra 1,30 e 1,50 £, insomma abbordabili.
Se cerchi bene trovi anche la passata, pomodoro senza null'altro, difficile da intercettare visto che da queste parti ti propongono l'aglio (garlic) pure a colazione.
L'olio italiano è piuttosto caro, per cui ho ripiegato su un extravergine spagnolo sperando che del mediterraneo tutto il sole e il sale non deludessero: il gusto crudo è abbastanza buono, la resa in cottura un po' meno.
Insomma: italiani nel gusto, che banalità!
Ma è vero: al bar ci ricosciamo dall'espresso, al supermercato dalla pasta, in giro dall'accento, ma di questo vi dirò un'altra volta.
Chiudo sul cibo con una nota: uova e farina sono ovunque, economiche e uguali in tutto il mondo.

Il risultato è lo stesso in ogni luogo vi troviate...



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